di Chiara Dalla Costa
Lo stress da lavoro correlato è una delle principali cause di malessere psicofisico nel mondo moderno. Ritmi frenetici, carichi eccessivi, aspettative alte e scarsa disconnessione mentale possono portare a tensione costante, difficoltà di concentrazione, insonnia, irritabilità e, nei casi più gravi, burnout.
Numerosi studi dimostrano come la meditazione possa ridurre i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), migliorare la capacità di focalizzazione e chiarezza mentale, aumentare la la concentrazione e la resilienza emotiva e favorire un approccio più lucido e distaccato ai problemi e un maggior senso di ben-essere. Questa tecnica agisce sul sistema nervoso autonomo, aiutando a passare da una condizione di attivazione (simpatica) a una di recupero e rilassamento (parasimpatica). Da Jon Kabat-Zinn a studi italiani (Fabbro, Crescentini)
Una pratica spirituale e filosofica antica oggi molto utilizzata per i suoi benefici. Nasce in diverse tradizioni orientali, le sue prime tracce documentate risalgono a oltre 3.000 anni fa. Dai Veda, i testi sacri dell’India (1500-1000 a.C.), alle Upanishad, sino al buddismo con le sue tecniche di Samatha, Vipassana e Sati da cui la mindfulness trae le sue origini.
Cos’è la meditazione e perché funziona. La meditazione non è rilassamento, sebbene questo stato si possa raggiungere come conseguenza secondaria. La meditazione è una pratica di attenzione e consapevolezza. Tra le tecniche più diffuse e convalidate c’è Mindfulness che aiuta a focalizzarsi sul momento presente in modo equanime, utile per uscire da quel “pilota automatico” che se può sembrare liberatorio all’opposto risulta essere fonte di stress.
Da ambienti di stress a spazi di crescita. Promuovere la meditazione e la consapevolezza sul lavoro non è solo un vantaggio individuale. Sempre più organizzazioni lungimiranti integrano: momenti di meditazione guidata durante la giornata corsi di mindfulness per team spazi dedicati al silenzio o alla riflessione pratiche di leadership consapevole e gentile. Questo tipo di approccio migliora la cultura aziendale, rafforza i legami tra le persone e contribuisce a creare ambienti più inclusivi, collaborativi e sostenibili.
La normativa. In Italia, il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro di valutare e gestire anche i rischi di natura psicosociale, compreso lo stress lavoro-correlato. Questo significa che le aziende devono mettere in atto misure preventive per tutelare la salute psicofisica dei lavoratori. Introdurre pratiche come la meditazione o programmi di benessere mentale non è solo una buona idea: può diventare parte di un’azione concreta di prevenzione.